Carbi, Giuliana
Il tema della post-produzione è alla base del lavoro di Petra Feriancova: nelle sue opere possiamo riscontrare la presenza di manipolazioni di testi letterali, appunti di viaggi pittorici, trasmutazioni di pattern artistici. Come autore, nei suoi progetti la Feriancova presenta spesso se stessa più come un ‘imprenditrice’ di qualcosa che è stato percepito e visto, ‘qualcosa già esistente’, piuttosto che come creatrice di ‘qualcosa di nuovo’. A ciò riferisce la citata post-produzione, anche connessa al concetto di Foucault e Barthres del dissolversi dell’autorialità, in quanto altri soggetti partecipano nel suo lavoro. A margine di questa sorta di riconfigurazione dell’ ‘esistente’, che è parte essenziale del suo lavoro, l’artista raccoglie ‘immagini’ particolari, nelle quali la storia è dominante. Queste immagini che ‘scoperchia’ sono in relazione con il suo proposito di scoprire, nominare, ordinare, archiviare qualcosa da poter ‘leggere’ retroattivamente. Inoltre, altri motivi-guida del lavoro sono la possibilità di rendere visivo ciò che è raccontato con la parola, rendere materiale ciò che è effimero e far percepire il procedere del tempo e la sua conse- guente realtà fisica nell’opera. Spesso lavora in relazione a luoghi reali
e per questo ha un’attenzione particolare quando realizza installazioni che sono in armonia con il genius loci di un dato luogo. Petra Feriancova adotta una particolare idea di mediazione e di scivolamento per fare uscire le immagini trovate verso lo spettatore.
Petra Feriancova’s work is in the intention of post-production. Within her work, manipulations of literary text, pictorial travel notes as well as transmutations of artistic patterns, can be found. Feriancova as an author often presents herself in her projects more as an ‘enterpreneur’of some- thing that has been experienced and seen, something ‘already existent’, than as a creator of something ‘new’. the mentioned post-production relates to that, but it is also connected to the Foucauldian-barthesian dissolving of the authorial subject, because in the end, others often participate in her work. Aside from some sort of reconfiguration of the ‘existent’, which is one position of her work, she collects ‘images’, shots where the story is dominant. images which she ‘uncovers’ communicate with her aim to discover, name, sort, archive, to ‘read’ retroactively. she is also motivated by the visualization of the spoken, the materialization of the ephemeral, the process of time and the successive corporeality of the work in it. she often works with a concrete place, so she is also fond of installations created in unity whit the genius loci of the given place. Feriancova applies a certain clue of mediating the discovered images and their shift – output toward the viewer.
<
>